Ciclismo

Svolta epocale nel ciclismo italiano: la camera ipobarica non è più vietata

La questione della discrepanza normativa tra l’Italia e altri Paesi riguardo l’uso delle camere ipobariche è stata sollevata più volte da vari atleti, in particolare dai ciclisti. Questi ultimi, per evitare sanzioni, sono stati costretti a svolgere allenamenti in quota, a differenza dei loro colleghi stranieri. Stefano Oldani, vincitore di una tappa del Giro d’Italia nel 2022, è stato l’ultimo a esprimere apertamente il suo dissenso.

Oldani, all’epoca corridore dell’Alpecin-Deceuninck e ora alla Cofidis, ha sottolineato le difficoltà che hanno portato al suo successo nella Corsa Rosa: “Per prepararsi al Giro d’Italia, i miei compagni di squadra hanno utilizzato la camera ipobarica in Spagna, mentre io, essendo italiano e vivendo qui, ho dovuto allenarmi in quota alle Canarie”. Questa scelta non è casuale: molte strutture nelle Canarie, una zona molto popolare tra i ciclisti, dispongono di camere ipobariche che soddisfano perfettamente le esigenze delle squadre professionistiche.

Una camera ipobarica è un dispositivo, oggi anche portatile, che simula le condizioni di alta quota, compresa la riduzione progressiva dell’ossigeno disponibile. Questo permette al corpo dell’atleta di abituarsi a produrre più globuli rossi, garantendo una maggiore ossigenazione durante lo sforzo fisico. Di solito, i tecnici prevedono un periodo di allenamento in quota o in camera ipobarica di almeno due settimane per ottenere effetti positivi.

Grazie alla disposizione pubblicata alla pagina 793 della Gazzetta Ufficiale del 27 novembre 2023, che abroga la Legge Penale Antidoping 376/2000, l’uso delle camere ipobariche sarà ora possibile anche in Italia. Questa legge era in contrasto con le norme internazionali stabilite dal Codice Mondiale della Wada (l’agenzia mondiale antidoping). Pertanto, l’uso della camera ipobarica (o della cosiddetta tenda, un dispositivo simile collegato a un compressore) non sarà più considerato doping per gli atleti italiani, sia in Italia che all’estero, titolari di una licenza o tessera sportiva italiana.

Decade anche la squalifica automatica e l’apertura di un procedimento penale nei confronti dell’atleta in questione, un dettaglio significativo che rendeva proibitiva la pratica, associata immediatamente al doping, anche per gli stranieri residenti in Italia. Il Ministero della Salute ha prontamente comunicato alla Federazione Medico Sportiva e a tutte le federazioni sportive la necessità di un controllo medico rigoroso, sia prima che dopo l’uso della camera ipobarica, ora permesso per allinearsi alle disposizioni internazionali.

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