Repubblica torna con un articolo sconcertante che riguarda le morti dei ciclisti sulle strade italiane. Leggendo l’interessante articolo, si viene a conoscenza di un dato che impressiona: dall’inizio dell’anno sono 54 (50 uomini e 4 donne) i ciclisti che hanno perso la vita sulle strade italiane, il 50% in più rispetto ai 36 dello stesso periodo dell’anno passato. È uno dei dati resi noti dall’Osservatorio Ciclisti Asaps-Sapidata, che in tutto l’anno passato aveva registrato complessivamente 197 ciclisti morti.
A preoccupare gli addetti ai lavori è soprattutto gennaio, quando gli utenti a due ruote investiti e uccisi erano stati 18, il saldo più alto degli ultimi sei anni (10 nel 2023, 11 nel 2022, 15 nel 2021, 11 nel 2020, 10 nel 2019 e 12 nel 2018). A febbraio si sono contati 7 decessi, a marzo 15 e ad aprile 14.
I casi di pirateria stradale
Trenta dei 54 ciclisti morti quest’anno avevano più di 65 anni, due i deceduti nell’ultima settimana. Casi di pirateria si sono registrati nel riminese al confine con San Marino, dopo i casi di Cona (Venezia), Cassola (Vicenza) e altri tre a Castel Volturno, nel casertano, da parte di un giovane fuggito assieme agli amici per poi presentarsi alcune ore dopo il sinistro mortale, a Borgaro Torinese, dove un 47enne è stato lasciato morire sulla strada, e a Susegana, nel trevigiano. Un 90enne a Bolzano è stato investito da un bus su corsia preferenziale.