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Atp Finals Torino, mistero Berrettini, gioca o non gioca? Sinner aspetta

Cìè grande mistero dietro la situazione fisica di  Matteo Berrettini dopo il ritiro per infortunio al debutto nelle Atp Finals di Torino contro Zverev

Le opzioni dell’ infortunio sembrano essere ben poche. Contrattura stiramento. La possibilità che si tratti della prima opzione sembra essere sfumata quando, tornato in campo dopo l’injury time, Berrettini si è arreso dopo aver giocato un solo punto, avvicinandosi alla rete per certificare il ritiro e meritarsi il sincero abbraccio di Zverev, che ha pure oltrepassato la propria metà campo per partecipare al dramma sportivo dell’amico-collega in lacrime.

Il dolore non è passato neppure dopo l’intervento del fisioterapista, quindi il timore che si tratti di qualcosa di serio è fondato pensando anche che Matteo Berrettini aveva subito lo stesso infortunio ad inizio stagione in Australia. Un guaio fisico che fa implicitamente parte delle caratteristiche del numero sette del mondo, che chiede molto al proprio fisico in battuta e alla risposta.

Ma non si sa mai e in attesa dell’esito degli esami si può solo constatare che, dopo aver combattuto alla pari con Zverev per un set ed avere anche avuto un set point, Berrettini avrebbe potuto giocarsi le proprie carte anche contro Stefanos Tsitsipas e contro Hubert Hurkacz.

Quel che è certo è che, anche qualora Matteo dovesse alzare bandiera bianca, l’Italia non resterà senza rappresentanti alle Finals perché la prima riserva è Jannik Sinner.

Per il talento di San Candido, che è già a Torino, si tratterebbe del più amaro dei debutti al Masters sostituendo l’amico Matteo, ma lo sport si sa è senza pietà.

Certo, per Jannik le speranze di agguantare un posto in semifinale sarebbero molto basse, perché se ad un tennista che a 20 anni è capace di vincere quattro tornei in una stagione, nulla può essere precluso, il destino degli alternates (le riserve) alle Finals è al tempo stesso dolce e crudele, in particolare per chi subentra a partire dalla seconda giornata.

Detto, infatti, che negli ultimi 25 anni ben in dieci occasioni la prima riserva è effettivamente entrata in gara alle Atp Finals, in caso di parità di punti tra due tennisti il secondo criterio decisivo per la qualificazione secondo il regolamento è quello che riguarda il numero delle partite giocate, che per Jannik saranno ovviamente solo due: per il “miracolo”, qundi, Sinner, dovrà evitare la parità con gli avversari, vincere entrambe le gare contro Tsitsipas e Hurkacz, possibilmente senza perdere set, e sperare che Zverev faccia il pieno.

Una missione quasi impossibile, ma è chiaro che a Jannik, considerando il contesto e il gap di esperienza, si chiederebbe solo di ben figurare e magari di fare le prove generali in vista dei prossimi anni, quando dal campioncino di San Candido ci si aspetta una presenza fissa alle Finals.

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