Un binomio perfetto quello che O Gran Camiño ha trovato con Jonas Vingegaard , campione del Tour de France che si ritrova nelle terre galiziane come un pesce nell’acqua.
Non importa se fa freddo, se alla partenza piove e devi iniziare la giornata con tutto il corpo fradicio, o se hai rivali più competitivi rispetto allo scorso anno. È venuto qui per onorare la gara come sa fare meglio. Attaccare e dare spettacolo.
Perché quando un ciclista si gode la strada si vede. E Vingegaard si sta preparando a O Gran Camiño per l’assalto al suo terzo Tour de France, godendosi ciascuno dei chilometri che ha a disposizione. Ieri, prima di dimostrare la sua potenza nell’ultima salita, ha tentato di intrufolarsi nella fuga. Stesso modus operandi di questo pomeriggio quando al chilometro 138 si è unito ad un gruppo selezionato con Bernal, Tarling, Carapaz e Gaudu, tra gli altri.
Un tentativo che finirebbe per essere neutralizzato per le sorti del gruppo. E’ stato allora che pochi chilometri dopo si sarebbe definitivamente formata la fuga. Andreas Piccolo, Murguialday, Langellotti, Etxeberria, De La Cruz, Silva e Pablo Castrillo sarebbero stati i protagonisti di una fuga che per un momento sognava di vincere a Ribadavia quando si ritrovarono con più di sei minuti di vantaggio.
Con il traguardo sempre più vicino, il gruppo guidato da Visma ha iniziato a colmare il divario con la fuga finché ad Alto do Couso il danese, che era a poco meno di due minuti dalla fuga , ha lanciato un attacco con il quale è partito da solo.
Questa volta né Bernal né Cepeda sono riusciti a seguirlo e Jonas Vingegaard. Solo uno stratosferico Pablo Castrillo, con più di 80 chilometri di fuga , è riuscito a tenere a bada per qualche chilometro il campione del Tour che, come un bambino che gioca a fare il ciclista, ha affrontato con delicatezza e classe le curve che lo avrebbero portato a Ribadavia contro il quale lo spagnolo ha potuto solo osservare e vedere come il resto del gruppo lo avrebbe inghiottito a pochi metri dal traguardo. Il secondo posto è andato a Carlos Canal, un profeta in patria che ha vinto lo sprint nel secondo gruppo.