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ESCLUSIVA, Marco Bellinazzo: “Canale di Lega? Tanti aspetti affascinanti, ma anche rischio d’impresa. Fatta una scelta conservativa”

Marco Bellinazzo, noto giornalista de Il Sole 24 Ore, testata che ospita il seguitissimo blog sui rapporti tra Calcio e Finanza a cura dello stesso Bellinazzo, è intervenuto ai microfoni della testata sportiva News.Superscommesse.it per analizzare il nuovo accordo sui diritti tv, la situazione debitoria dell’Inter e l’impatto del Viola Park sulla Fiorentina. In questo particolare estratto dell’intervista, Bellinazzo commenta la gestione dei diritti tv della Serie A e la bocciatura della creazione di un canale di Lega.

Partiamo dall’argomento clou di questi giorni, l’accordo, forse “al ribasso”, per la gestione dei diritti tv del nostro Campionato. Puoi commentare il tutto, tenendo conto anche delle durissime parole di De Laurentiis e del mancato accordo per la creazione di un canale della Lega?
“L’operazione prevede un incasso minimo di 900 milioni di euro, ai quali potranno aggiungersi delle percentuali se Dazn supererà determinati livelli di abbonamenti e quindi di revenue. Perciò non credo si andrà a perdere rispetto agli anni precedenti, ma si avrà un leggero guadagno al netto dell’inflazione”.

“Si è optato alla fine per la strada tradizionale, attraverso una scelta conservativa rispetto alla creazione di un proprio canale da parte della Lega. Da qui la dura presa di posizione di Aurelio De Laurentiis. Quest’ultima opzione conteneva al suo interno tanti aspetti affascinanti, ma anche un rischio d’impresa”.

“Rispetto a qualche anno fa la creazione di un canale della Lega era tecnicamente più fattibile, ma serviva un’operazione autonoma a livello imprenditoriale che avrebbe portato a vendere il prodotto direttamente ai tifosi, senza più avere i broadcaster come intermediari. Si poteva, quindi, allo stesso tempo prevedere ricavi maggiori (passando direttamente dal produttore al consumatore) e pacchetti più economici per chi acquista, con una ricaduta positiva anche nella lotta alla pirateria”.

È mancato un pizzico di coraggio, insomma?
“Più che di coraggio, di accettazione del rischio, perché l’attuale sistema garantisce, comunque, degli introiti certi a squadre molto indebitate e quindi in grossa difficoltà. Si poteva magari fare un accordo di 3 anni e nel frattempo studiare di più questo nuovo progetto; invece, la firma sui 5 anni chiude la porta in maniera quasi definitiva a soluzioni diverse”.

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