Lo sport tricolore piange Sante Gaiardoni, l’unico italiano a vincere due medaglie d’oro, nel chilometro da fermo e nella velocità, all’Olimpiade di Roma 1960.
L’olimpionico, scomparso nella notte all’età di 84 anni, era nato a Villafranca di Verona il 29 giugno 1939.
Iniziò la sua carriera nel tandem, specialità nella quale conquistò il titolo italiano nel 1957 e nel 1958. Due anni dopo la consacrazione a cinque cerchi nei Giochi di casa: il 26 agosto 1960 nel chilometro da fermo e tre giorni dopo, in uno storico bis, nella velocità. Successi che lo resero il simbolo dell’XVII Olimpiade, di Roma ’60. Una lunga giornata di gloria, quella del 29 agosto, vissuta nella Capitale e conclusasi in via Veneto, confuso tra la folla, con i suoi amici Maurizio Arena e Valter Chiari, che romanescamente festeggiarono al grido di: “Gaiardò! Gaiardò! Gaiardò!”
L’anno successivo passò professionista, imponendosi, dopo averlo fatto da dilettante, anche nella rassegna iridata di Rocourt 1963, al termine di una sfida accesa con Antonio Maspes, suo eterno rivale tra i pro.
La sua carriera piena di successi, si concluse dopo aver conquistato la medaglia d’argento ai Mondiali di Leicester nel 1970.
Nel 2015 aveva ricevuto il Collare d’Oro, la massima onorificenza dello sport italiano, in una cerimonia svoltasi nella Sala delle Armi, al Foro Italico.
Il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, interpretando i sentimenti dell’intero movimento, si unisce al cordoglio dei parenti e della famiglia del ciclismo per la perdita di un pistard unico, di un campione che da Roma ’60 è di diritto nell’olimpo dello sport. (agc)
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