Ciclismo

Doping meccanico nel ciclismo: L’UCI nomina un ex investigatore penale

L’UCI ha scelto un ex investigatore penale come nuovo leader nella lotta contro la frode tecnologica, rafforzando così il suo impegno contro l’uso illecito di motori e altre violazioni dei regolamenti.

A partire dal 1° maggio, Nicholas Raudenski, ex membro dell’International Testing Agency (ITA) e responsabile delle operazioni antidoping dell’UCI, guiderà la strategia globale per combattere la frode tecnologica, portando avanti gli sforzi già compiuti dall’UCI per garantire l’integrità dello sport.

Negli ultimi 15 anni, la frode tecnologica, nota anche come doping meccanico, è diventata una preoccupazione sempre più seria per l’UCI. Fino a poco tempo fa, la lotta contro questa pratica illecita era guidata da Michael Rogers, ex responsabile dell’innovazione e degli sport dell’UCI.

Raudenski, investigatore criminale esperto con 23 anni di carriera nei più alti livelli dello sport globale, ha lavorato instancabilmente contro la corruzione, le partite truccate e altre questioni etiche. Il presidente dell’UCI, David Lappartient, ha dichiarato con entusiasmo che l’esperienza di Raudenski nella deterrenza, nell’individuazione, nell’intelligence e nelle indagini sarà un enorme vantaggio per il lavoro dell’UCI nel garantire i più alti standard etici e nel far comprendere a tutti che non c’è spazio per l’imbroglio nel ciclismo.

La frode tecnologica viene definita dall’UCI come “l’uso fraudolento o non autorizzato di un motore o di qualsiasi altra tecnica che contravvenga all’articolo 1.3.010 dei Regolamenti UCI”, che stabilisce che “La bicicletta deve essere azionata esclusivamente, tramite una serie di catene, dalle gambe (catena muscolare inferiore) che si muovono con un movimento circolare, senza assistenza elettrica o di altro tipo”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.