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Atletica: i fratelli Ingebrigtsen accusano il padre di abusi violenti, “Abbiamo conosciuto la paura”

Più di un anno fa i fratelli Ingebrigtsen, guidati da Jakob, si sono separati dal padre, e fino ad allora allenatore, Gjert Ingebrigtsen. Poi i membri della saga hanno spiegato che dietro questa decisione c’era la malattia del padre, ma la controversia sul modo in cui Gjert trattava i suoi figli e le sue eccessive richieste di allenamento era già nota.

Ora le persone coinvolte, i fratelli Ingebrigtsen, hanno inviato una dichiarazione al quotidiano norvegese ‘VG’, in cui raccontano le loro esperienze con il padre ed ex allenatore. Su quelle pagine hanno rivelato che la vita in quella famiglia era caratterizzata da aggressività, controllo e violenza fisica durante la loro crescita.

Gli atleti ammettono che, sebbene inizialmente accettassero queste circostanze, due anni fa hanno scelto di affrontare il loro passato traumatico. Hanno descritto la situazione come “debilitante” e “insopportabile”. “Avremmo dovuto decidere prima di porre fine alla situazione”, spiegano.

Siamo cresciuti con un padre che è stato molto aggressivo e controllante, che ha usato violenza fisica e minacce come parte della sua educazione.

Fratelli Ingebrigtsen, in un comunicato

L’assedio su quanto accaduto nel rapporto dei fratelli con il padre si è intensificato quando è diventato pubblico che a Gjert era stato negato l’accreditamento per i Campionati del Mondo di Budapest, situazione che ha colpito anche atleti terzi. Per questo motivo, assicurano gli Ingebrigtsen, “il caso si presenta ora come un conflitto di interessi tra noi, la Federazione e i nostri compagni corridori”.

Per questo motivo hanno deciso di raccontare la loro storia. “Scrivere ora quello che stiamo per scrivere fa male, in molti sensi. Fa male perché colpisce una persona che ha significato molto per noi e per la nostra carriera. Siamo cresciuti con un padre che è stato molto aggressivo e controllante, e che ha utilizzato “violenza fisica e minacce come parte della nostra educazione. Sentiamo ancora il disagio e la paura che ci accompagnano fin dall’infanzia”.

Gli atleti continuano nella nota a spiegare di aver sopportato questa situazione per decenni fino a due anni fa. “In un certo senso lo abbiamo accettato. Ci abbiamo convissuto e, in età adulta, siamo andati avanti. Almeno questo è quello che pensavamo. In retrospettiva, ci rendiamo conto che è stato ingenuo. Ma due anni fa, gli stessi attacchi si sono verificati di nuovo con punizioni fisiche. È stata l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso.”

Gli Ingebrigtsen denunciano il fatto di aver conosciuto la paura di essere cresciuti con un padre aggressivo, controllante e violento (…). Ora vogliamo che la pace si concentri sugli allenamenti e sulle gare”.

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