NFL

Super Bowl 2022, il trionfo dei Rams all’ultimo minuto (davanti a 117 milioni di spettatori)

Hanno vinto i super favoriti, i Los Angeles Rams, anche se hanno faticato più del previsto per superare, 23 a 20, gli outsider dei Cincinnati Bengals. È tornato il pubblico ad affollare gli spalti dell’impianto più bello e più moderno degli Stati Uniti, il SoFi di Inglewood, sobborgo di Los Angels . E, infine, la polemica politica che aveva segnato le edizioni della finalissima del football nell’era trumpiana si è dissolta. Con una sola eccezione. Nello show dell’intervallo il rapper Eminem si è inginocchiato al termine dell’esibizione, richiamando il gesto di Colin Kaepernik, il giocatore che lo fece per primo nel 2016 per protestare contro la violenza della polizia nei confronti degli afroamericani. Eminem aveva appena fino di cantare uno dei suoi motivi più noti «Lose Yourself» che si conclude così: «Continuo a odiare la polizia». I giornali americani, specie i tabloid conservatori come il «New York Post», hanno subito pubblicato la foto dell’artista vestito di nero, piegato e con la mano sulla testa. Ma è stato un flash che non ha dato il tono complessivo a una serata durata quattro ore.

L’intermezzo musicale si è risolto in una rimpatriata di vecchie glorie del rap. Hanno tenuto la scena i tre veterani di Los Angeles: Dr. Dre, 56 anni, Snoop Dogg, 50, e il più giovane Kendrick Lamar, 34 anni. Hanno condiviso il palco con un altro rapper, 50 Cents, 46 anni, e con la cantautrice Mary J Blige, 51 anni. Per venti minuti hanno ripassato le loro hit di successo, musica prevalentemente degli anni Novanta. E colpisce notare come questa ondata, oggi così in voga in Italia, sia nata negli Stati Uniti ormai più di venti anni fa.

Anche la sequenza degli spot è filata via liscia, senza increspature politiche. Alcuni molto riusciti, divertenti, come quello della Bmw elettrica guidata da uno stralunato Zeus in pensione, impersonato da Arnold Schwarzenegger, affiancato da una brillante Giunone-Salma Hayek. L’auto elettrica è stata la protagonista assoluta degli spazi pubblicitari. La tendenza è chiara: per i costruttori il 2022 è l’anno di archiviazione delle vetture tradizionali. L’avversario da battere è Elon Musk e la sua Tesla, evocata da un concorrente che promette di «non vendere sogni, come andare su Marte». L’altra traccia porta alle telecomunicazioni, il 5G e l’intelligenza artificiale. Facebook ha lanciato la società Meta, con le avventure virtuali, nel metaverso appunto, condivise da un cane e da un mostro tentacolare. Anche le imprese delle criptovalute hanno investito in modo massiccio.

Un tocco sociale nello spot di «SalesForce», big digitale con sede a San Francisco: il premio Oscar Matthew McConaughey è un astronauta che invita a «impegnarsi» per migliorare la vita sulla terra, «anziché pensare a Marte»: altra frecciatina a Musk e Jeff Bezos, i miliardari visionari. Infine una spruzzata di inclusione e di «politically correct» con Google pixel: «ognuno ha il diritto di apparire per quello che è». L’app di scommesse online Caesar’s Sportsbook ha trasformato Halle Berry in Cleopatra, padrona di casa in una cena con Giulio Cesare, l’attore JB Smoove e la famiglia di un’ex star del football, Eli Manning.

Qualche nota sulla partita, per i tanti appassionati italiani di football americano. I Rams sono partiti molto bene, portandosi subito in vantaggio grazie a un paio di lanci fantastici del quarterback Matthew Stafford e a un efficace pacchetto di contenimento quando l’iniziativa toccava ai Bengals. La prima parte si è chiusa con la squadra di Los Angeles in vantaggio per 13 a 10. Nella ripresa, però, Stafford si è fatto bloccare un paio di volte e per il resto è stato impreciso. Joe Burrow, quaterback degli ospiti, invece, è entrato in partita con una rasoiata in diagonale di 70 metri per Tee Higgins: «touchdown» e gara di nuovo in bilico. Un punto contestato dai Rams: in effetti Higgins si libera di un avversario afferrandolo per l’elmetto: fallo? Non per gli arbitri.

Finale emozionante con Stafford di nuovo rinfrancato in regia. I Rams guadagnano metri su metri, anzi yard su yard, fino ad arrivare alla linea del «touchdown». I Bengals si difendono con caparbietà, ma alla fine Cooper Kupp riesce a smarcarsi e a segnare per la seconda volta. Non c’è più tempo per recuperare: 23 a 20. Il patron dei Rams, l’imprenditore miliardario Stan Kroenke solleva il trofeo del Cinquantaseiesimo Super Bowl, davanti ad almeno 70 mila fan sul campo e, si stima, circa 117 milioni di spettatori collegati in diretta tv.

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