Il rapporto tra Valentino Rossi e la Honda finì per rovinarsi in malo modo. Ciò spinse il pilota ad accettare la sfida di correre per la Yamaha dal 2004 e i fatti hanno dimostrato che fece bene.
La casa di Iwata riteneva che non servisse il Dottore per vincere con una moto che era oggettivamente la migliore della griglia MotoGP. Anche altri avrebbero potuto conquistare il titolo in sella alla RC211V e la sua partenza non fu vissuta come un dramma. Però per due anni il pesarese mise in imbarazzo la Honda battendola nettamente con la sua M1, poi nel 2006 in un campionato particolare fu il compianto Nicky Hayden a riportare il marchio dell’ala dorata in vetta battendo proprio l’ex compagno di squadra e poi è servito aspettare Casey Stoner nel 2011 per un nuovo trionfo prima dell’era Marc Marquez iniziata nel 2013.
A proposito dei rapporti tra Rossi e la Honda, il grande Mick Doohan nel documentario “Tales of Valentino” ha espresso una critica netta nei confronti della casa giapponese: «La Honda era troppo arrogante e troppo sicura della sua moto, non rispettava il lavoro che Valentino stava facendo per loro».
Doohan, che con HRC ha vinto cinque titoli consecutivi nella classe 500, ritiene che a Tokio e nel team MotoGP dovesse esserci maggiore rispetto nei confronti del pilota pesarese. Ciò che stava facendo è stato sottovalutato, credendo che con quella moto non fosse necessario avere lui per vincere. Il Dottore si è sentito sottostimato e anche per questo ha scelto di accettare la corte della Yamaha, con cui ha ottenuto quattro mondiali.