Ciclismo

Oscar Rodriguez: “Al Giro ho rischiato grosso! Sono rimasto 12 giorni in ospedale”

Oscar Rodriguez, sfortunato protagonista di una rovinosa caduta nel corso di una tappa del recente Giro d’Italia, ha raccontato la triste esperienza accaduta durante l’undicesima tappa in cui il ciclista spagnolo è scivolato ed è caduto, andando a sbattere contro un ciglio della strada.


L’incidente ha lasciato Rodriguez scosso e contuso, ma ha anche rivelato la grinta e la determinazione che definiscono un vero atleta. Nonostante il costo fisico ed emotivo delle sue ferite, ha rifiutato di arrendersi e invece ha incanalato le sue energie per riprendersi completamente. La sua storia è un’ispirazione per chiunque abbia affrontato le avversità e ne sia uscito più forte dall’altra parte.

Il ciclista in un’intervista concessa al Diario de Navarra, ha raccontato: “Stavamo lavorando in testa al gruppo per riprendere la fuga. Non stavo bene, perché avevo appena avuto un virus gastrico, ma toccava comunque a me tirare. Poco prima c’era stata la caduta degli Ineos (quella che è costata il ritiro a Tao Geoghegan Hart, n.d.r.), quindi c’era stato un rallentamento e a quel punto dovevamo riprendere velocità. Ricordo che mi si è avvicinato Jonathan Milan, rimproverandomi per non so cosa, due volte. La seconda volta, mentre Milan mi parlava, Otto Vergaerde mi è passato troppo vicino, all’esterno. Non ho potuto evitarlo e con la mia ruota anteriore ho toccato la sua posteriore. Era una curva facile, si poteva fare a 80 all’ora senza frenare. In quel momento si sono rotti tutti i raggi della mia ruota e non mi era più possibile controllare la bici. Sarebbe stato meglio cadere direttamente sull’asfalto, invece sono rimasto in sella. Vedevo quella avvicinarsi sempre di più e non potevo fermarmi. Il cartello stradale, invece, non l’avevo visto. Ma non potevo fermarmi: la ruota davanti era distrutta e la bici a quella velocità non si ferma usando solo il freno posteriore“.

Oscar Rodriguez ha aggiunto: “Mi hanno detto che bisognava vedere come evolveva la situazione e che c’era il rischio che avrebbero dovuto asportarlo. Fortunatamente le cose sono andate per il meglio. Sono rimasto in ospedale 12 giorni, ma progressivamente mi sentivo meglio, tanto che ho chiesto di essere dimesso un giorno prima di quanto previsto. In quei momenti pensavo a come sarebbe stata la vita senza un rene. Il medico della Movistar aveva anche iniziato a prospettarmi la possibilità di continuare a correre. In ogni caso, sono stato molto fortunato. Se avessi preso il colpo giusto qualche centimetro più in alto e mi si fosse forato un polmone…“.

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