Ciclismo

Morte del ciclista Iannelli: gli organizzatori della gara condannati a risarcire la famiglia con un milione di euro

La giustizia civile ha finalmente fatto il suo corso: un risarcimento di un milione e 100mila euro è stato assegnato alla famiglia di Giovanni Iannelli, il giovane ciclista pratese di 22 anni che perse la vita a seguito di una caduta durante la volata finale di una gara a Molino dei Torti, nell’alessandrino. Quasi cinque anni dopo la tragedia, avvenuta il 5 ottobre 2019, il tribunale di Alessandria ha riconosciuto la negligenza degli organizzatori della competizione. Giovanni Iannelli, promessa del ciclismo italiano e tesserato della Hato Green Tea Beer di San Giusto, finì contro il pilastro di un cancello a lato della carreggiata, a soli 144 metri dall’arrivo. Il giovane morì dopo due giorni di agonia, a causa delle gravi ferite riportate alla testa.

La vicenda non ha mai portato a un processo penale, poiché l’udienza preliminare ha escluso qualsiasi responsabilità penale. Tuttavia, il procedimento civile ha seguito un percorso diverso. La famiglia del giovane ciclista riceverà un risarcimento di un milione e 100mila euro dalla società organizzatrice della gara, già condannata dal tribunale federale del ciclismo a una censura con ammenda di mille euro.

Il tribunale civile di Alessandria ha sanzionato le negligenze nell’organizzazione, affermando nella sentenza che “il tratto di arrivo della gara di Molino dei Torti, data la conformazione della strada in quel punto e le caratteristiche della competizione, avrebbe dovuto essere considerato dagli organizzatori come un potenziale punto di caduta, altrettanto vulnerabile come le curve strette e i restringimenti richiamati dalla norma regolamentare”.

La famiglia Iannelli non si è mai arresa. Carlo Iannelli, padre del giovane ciclista e avvocato, nonché per anni presidente della Ciclistica pratese 1927, non si è fermato davanti a nessuna archiviazione. Dopo la sentenza del tribunale civile, ha ribadito la sua determinazione anche sui social, dove gli avvocati Stefano Bacci e Margherita Rindi hanno rappresentato la famiglia Iannelli.

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