17 Gennaio 2025

Con l’inizio del 2025, ciclisti di tutto il mondo discutono delle loro ambizioni e degli obiettivi stagionali, mentre la sicurezza torna prepotentemente sotto i riflettori. Dopo gli incidenti gravi che hanno coinvolto Wout Van Aert a Dwars door Vlaanderen e Remco Evenepoel, Jonas Vingegaard e altri all’Itzulia Basque Country nel 2024, il tema della sicurezza è più che mai attuale.

Recentemente, Van Aert ha suggerito l’introduzione di restrizioni di marcia per ridurre la velocità del gruppo, specialmente durante le discese. Anche se alcuni esperti di equipaggiamento hanno criticato questa proposta, Chris Froome ha suggerito di limitare i progressi tecnologici per migliorare la sicurezza.

Matteo Trentin, una delle figure più rispettate nel gruppo, ha sempre opinioni ponderate sulla sicurezza. Durante una conferenza stampa della Tudor Pro Cycling in Spagna, ha dichiarato: “Le restrizioni sull’attrezzatura possono essere parte della soluzione, ma sono necessari cambiamenti più radicali. Non possiamo considerare gli incidenti come inevitabili. Dobbiamo cambiare mentalità e adottare misure per migliorare, come altri sport hanno già fatto.”

Trentin ha sottolineato che il ciclismo è cambiato: le velocità e la competizione sono aumentate. “Una volta, nelle curve entravano 15 corridori, ora sono 50. Questo aumenta i rischi e richiede maggiore attenzione.”

Ha chiesto agli organizzatori di collaborare con le autorità locali per scegliere percorsi più sicuri, evitando i pericoli derivanti da una cattiva progettazione stradale. Trentin sostiene gli arrivi in circuito, permettendo ai corridori di familiarizzare con gli ultimi chilometri prima di uno sprint finale, e ha elogiato l’ASO per aver aggiunto una chicane all’ingresso della Foresta di Arenberg nella Parigi-Roubaix, riducendo i rischi.

Infine, Trentin ha sollecitato un dialogo maggiore tra corridori, l’associazione Cyclistes Professionnels Associés (CPA), organizzatori di gare e l’UCI. “Gli atleti vogliono sempre esibirsi al meglio. Se non vogliamo gareggiare, è perché non è sicuro. Quando gli atleti dicono che qualcosa non è sicuro, tutti devono ascoltarli.”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.