Il modo del golf, non soltanto in Italia, è in lutto.
E’ morto Franco Chimenti, per 22 anni presidente della Federazione italiana, e il principale artefice dell’organizzazione in Italia della Ryder Cup 2023, la più importante manifestazione al mondo di questo sport, alla sua ‘prima’ assoluta su un green italiano.
Chimenti era stato appena rieletto alla guida del suo amato sport, che sotto la sua presidenza e’ cresciuto nei numeri e nel ‘sentiment’ in Italia, uscendo dai confini dorati di una disciplina per pochissimi.
Nato a Napoli il 7 agosto del 1939, a lungo professore ordinario di Chimica Farmaceutica all’Università “La Sapienza” di Roma, dove ha ricoperto poi anche la carica di preside, si è innamorato di questo sport già in età matura ma è anche grazie alla sua guida che il golf italiano ha conquistato un ruolo di rilievo a livello internazionale.
Ha condotto la Federazione Italiana Golf per sette mandati.
Confermato poche settimane fa, era stato eletto per la prima volta nel 2002. Nello stesso anno era entrato a far parte del Consiglio Nazionale Coni del quale è stato membro di Giunta dal 2004 al 2008 e dal 2012 al 2021. Il 19 febbraio 2013 è stato nominato vicepresidente vicario del Coni, carica da cui s’è dimesso l’11 giugno 2013 per ricoprire il ruolo di presidente di Coni Servizi.
Nel 2021 era stato insignito del Collare d’Oro al merito sportivo – la massima onorificenza conferita dal comitato olimpico nazionale italiano – a coronamento di una lunga carriera da dirigente al servizio dello sport. Ha portato in Italia la Ryder Cup nel 2023: un successo per la squadra dell’Europa, e una vittoria per l’Italia. Il 16 settembre scorso, per la settima volta consecutiva, era stato rieletto numero uno della Fig per il quadriennio 2025-2028. Il golf, a fianco e dopo la carriera accademica, era diventato la passione di una vita.
Già membro della New York Academy of Scienses, Chimenti era stato dal 1970 al 2000, presidente dell’Istituto di Ricerca Dermocosmetica, e poi accademico delle Scienze Medico Biologiche e del Nobile Collegio Chimico Farmaceutico, autore di molteplici manoscritti e comunicazioni edite da riviste internazionali. Poi lo sport. Nel 1981 entrò nella Lazio calcio, ricoprendo la carica di vicepresidente fino al 1985 e poi per un anno, l’86, anche quella di presidente: un rapido passaggio, con l’acquisto della società da Giorgio Chinaglia e la cessione a Bocchi e Calleri. Di li’ i ruoli al vertice dello sport italiano, tra Coni, Coni Servizi e Federgolf, e una sola passione. “E’ il mio ultimo mandato, questo è scontato – disse lo scorso 16 settembre, quando ottenne i due terzi dei voti necessari alla riconferma – Ora andiamo avanti tutti insieme per lo sport che amo: il golf”.